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Loto Karamitros

Scrittore scorzetano tra gli emergenti europei dell'enciclopedia dei Poeti Contemporanei 2024 di Aletti Editore

TRA L’ARTE, IL SILENZIO E LE STELLE DI LOTO KARAMITROS 
Lo scorzetano Loto Karamitros tra gli scrittori europei emergenti dell’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei 2024 di Aletti Editore

“Silenzio
Una stanza, della nebbia, il buio,
è come darsi un forte addio.
Il silenzio è qualsiasi cosa
e puoi starci in qualsiasi posa.

Non esiste ma c’è ovunque vai
e se c’è a tutto il resto dice bye.
Non ti accompagna nel tuo sentiero
accompagna il tuo infinito pensiero.

Il silenzio è tuo solamente
non può trovarlo neppure un agente.
Con gli altri non puoi condividerlo

Ma con te stesso puoi redimerlo,
può spaventarti molto, ti denuda
perché ti mostra la verità cruda.”

Loto Karamitros 

Silenzio” è la poesia con cui il diciassettenne Loto Karamitros è stato selezionato e pubblicato nell’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei 2024 di Aletti Editore, una raccolta di composizioni di scrittori europei emergenti. La sua seconda composizione, scritta dopo “Stelle” e dopo aver ascoltato quelle dei suoi compagni. Il lavoro a scuola dell’intera classe del liceo artistico proposto da una professoressa, che, oltre ad aver unito i ragazzi, ha fatto nascere in loro una speranza: «Spero che facendolo con altre persone, leggendole, ci possa essere questo risultato con chiunque le legga.»

 Mi sono messo a pensare a come vivessero gli altri il silenzio
«Mi sono messo a pensare a come vivessero gli altri il silenzio.
La poesia inizia facendo un elenco di cose a cui magari si associa il silenzio, a una stanza vuota, al buio o addirittura al niente.
Ero in terrazza di notte, fuori di casa mia e guardavo la luna mentre scrivevo. È stato molto emozionante . Quella sera un tasso mi si avvicinò. Per me è stato un messaggio importante.»

Una vita movimentata
«La mia vita è stata sempre molto movimentata perché ci siamo trasferiti molte volte, ho vissuto anche in montagna. Ho avuto modo di conoscere un sacco di persone, facendo molte esperienze non solo legate ai luoghi in cui abbiamo vissuto, ma anche al come abbiamo vissuto. I rapporti sociali erano molto importanti. Ho sviluppato così un carattere molto aperto ed estroverso con le persone.»

Tra disegno...
«In campo artistico ho iniziato a disegnare, la mia prima passione, poco prima dell'inizio della quarantena. Chiuso in casa, disegnavo e guardavo manga (fumetti giapponesi) tutti i giorni. Sono stati i miei primi lavori.
Finite le medie ho iniziato a frequentare il liceo artistico che è la mia attuale scuola. Ora sono al quarto anno e ho trovato il mio stile, i miei personaggi. Sto cercando di creare delle mie cose per un futuro lavoro, anche se non so cosa mi aspetta.
Nel corso della mia vita ho provato a fare tante cose: ho suonato (suono il pianoforte), ho fatto teatro per cinque anni, ho provato vari sport. Sono sempre stato indaffarato in qualcosa.
Con il tempo ho scoperto che l’arte è la forma che mi piace di più.»

... e poesia
«Ai lati positivi dei miei vari trasferimenti, si è contrapposta la difficoltà di ricominciare ogni volta da capo, il dover farsi conoscere da qualcuno ogni volta, spesso senza riuscire ad esprimere tutto me stesso.
La poesia è diventata un hobby dall’anno scorso grazie al lavoro di una nostra professoressa.
Attraverso una poesia, i miei compagni di classe sono riusciti a vedere un lato di me che non avevano mai visto ed io, che ne ero rimasto affascinato, felice e soddisfatto, ho deciso di scriverne altre.
In autobus o quando uscivo, se mi venivano in mente delle belle frasi, le scrivevo sul telefono e, appena possibile, le mettevo insieme e creavo qualcosa.
All’inizio era personale, poi, dopo il primo concorso a cui ho partecipato, è diventata una cosa spinta anche verso gli altri.
Ho capito che il mio ruolo nel mondo è aprire gli occhi a più persone possibili su cosa vuol dire essere veramente felici nel pianeta terra. Le persone al giorno d’oggi sono un po’ spente, sono diverse da come erano prima secondo me. Lo scrivo spesso nelle mie poesie.»

Per un mondo migliore
«Scrivo soprattutto per i ragazzi della mia età perché comunque è a loro che spero arrivino i messaggi. La mia società è e sarà la stessa loro, quindi devo pensare a quello.
Parlare ad altri è comunque bello, ma non è il mio obiettivo. Io voglio puntare a un mondo migliore.
Nelle mie poesie cerco di ricollegare le persone ai valori umani che secondo me sono quelli più importanti, come appunto quello della felicità. Ci sono ragazzi di 15-16 anni che si fanno paranoie, hanno problemi di ansia, di autostima che secondo me un ragazzo della loro età non dovrebbe neanche poter concepire come dolore.
Le persone tendono a nascondersi dietro a delle maschere. È una cosa che ormai  fanno inconsciamente e non sanno più neanche loro chi sono.
Si dice che le persone abbiano paura del buio e della solitudine, ma in realtà hanno paura di brillare. Hanno paura di essere qualcuno e di mostrare chi sono agli altri, di aprirsi di essere la luce che illumina gli altri. Questa è una paura che molte persone hanno.
A me invece piace essere questa luce e illuminare il cammino delle altre persone.»

L’arte digitale 
«A scuola ho avuto modo di sperimentare molte tecniche e di scoprire nuove cose, tra queste anche l’arte digitale. Mi sono però reso conto che a me la sensazione toccando la carta, la matita, il legno cambiava molto... il giorno in cui mi lamentai del maggior peso di una matita rispetto ad un’altra fui sorpreso da me stesso.
Avere a che fare con materiali come l’argilla, maneggiarla, il gesso, scolpirlo, ti fa proprio cambiare il modo di percepire le cose. La tecnologia invece, limita questa parte di sensi perché è solo visiva e di tatto (tocchi la tastiera, al massimo hai la penna tecnologica e disegni).
Ammetto però che la tecnologia dia dei vantaggi molto belli e che determinati risultati siano stupefacenti, anche nel mondo della fotografia o anche a livello della colorazione. 
Secondo me l’arte come un tempo, senza tecnologia, rimane la migliore. L’arte tecnologica ti rende semplicemente le cose più facili e più veloci. È l’unica differenza.»

Si sta perdendo il valore che aveva l’arte di un tempo
«Uno dei problemi dell’arte oggi, anche a livello lavorativo, è che, rispetto a un tempo, il lavoro dell’artista è molto più frequente e c’è molta concorrenza, soprattutto di persone che pensano che l’arte sia solo il risultato dell’opera.
Gli artisti contemporanei spesso creano opere dandogli un significato, ma alla fine non vogliono dire niente. Faccio degli esempi: la banana attaccata con lo scotch al muro, la scultura invisibile che rappresenta il vuoto.... Viene sminuito il valore vero dell’arte, del rappresentare qualcosa, del mandare un messaggio.
L’arte non è quella di una persona che compie un semplice atto solo per fare soldi e definirsi artista, ma una volta che hai un nome oggi puoi fare quello che vuoi e ti viene riconosciuta come cosa incredibile. Per questo secondo me l’arte da questo punto di vista sta un po’ perdendo valore. Si sta perdendo il valore che aveva l’arte di un tempo.»

La felicità non arriva per caso
«Spesso le persone credono che la felicità sia un’emozione che arriva per caso, invece la mia idea è che noi abbiamo modo di cambiare ciò che è intorno a noi. L’ho scoperto anche a scuola: nelle mie classi non sono mai stato tra i migliori, ma mi è stato sempre detto dai miei professori che ero un elemento fondamentale.
Sento che la mia energia positiva nel cercare di essere felice in qualche modo avvolge gli altri.
La felicità la vedo un po’ nell’essere bambini. Il modo in cui pensano è essere felice e spesso, secondo me, ce ne si dimentica.
È sbagliato associare all’amore il simbolo del cuore. Secondo me è il sorriso che rappresenta l’amore e che lo rappresenta nella sua interezza.»

Scorzè
«Mi definisco, infatti, una pianta sradicata più volte e che ha comunque dovuto crescere.
Scorzè è il luogo in cui ho passato più tempo, quello in cui ho potuto mettere un po’ di radici. Qui coltivo amicizie che ormai durano da 7 anni e che spero durino per sempre, ho avuto i primi incontri con le ragazze, i primi amori. La mia evoluzione interiore è stata molto legata a Scorzè.
Mi piace che abbia molti parchi per bambini, dove mi trovavo spesso con gli amici. Andavamo a giocare a calcio e a basket dietro le scuole medie.
Credo che Scorzè sia una cittadina piccola che ha del potenziale per chi ci vive. Non è un posto dove ti annoi se hai degli amici.»

Se sei un amico
«L’uomo è un animale estremamente sociale e ha bisogno di essere a contatto con i suoi simili e secondo me i principali rapporti che una persona ha sono quelli in famiglia, quelli in una relazione di una coppia e poi gli amici. Sono, soprattutto nella fase dell’adolescenza - quella in cui formi te stesso, le persone con cui hai più contatto, con cui passi più tempo. A differenza di molti altri rapporti, io vedo l’amicizia come una cosa che non ha necessità. Se sei con un amico puoi anche stare seduto e guardarti negli occhi, sei capace di ridere, senza dare nulla e senza ricevere nulla, semplicemente stando insieme.
L’apice dell’amicizia è quando non hai bisogno di niente, ti limiti a vivere il rapporto e basta.»

La mia prima poesia, quella che ho letto in classe e che ha fatto partire tutto
Nell’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei 2024 ne ho messo solo un pezzettino perché era la parte più importante:

“Stelle
Siamo tutti come stelle nel cielo,
tante e diverse tra loro.
Infondo rimaniamo solo puntini.
Nessuno ha il coraggio di brillare più degli altri,
preferiscono spegnersi piano piano.
Io sto cercando qualcuno con cui brillare.”

Loto Karamitros 

 

I. Milanese 


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